Di recente l’ha scritto pure Beppe (Severgnini) sul suo blog: “Mai giudicare un libro dalla copertina; mai giudicare una persona dai tatuaggi, dalla pettinatura, dall’abbigliamento“.
Quando ho fatto il mio primo tatutaggio, a 16 anni, l’ho fatto per ribellione. Fondalmentalmente per fare arrabbiare i miei. E ci sono riuscita molto bene. Anche a distanza (ero in Cile per uno scambio culturale), le grida di mia madre e mio padre sono arrivate forte e chiare.
15 anni dopo l’ho rifatto. Questa volta per me; per dare la svolta. E sono così orgogliosa, soprattutto perchè l’ho fatto da sola. “Make a wish” è un auspicio per me, e per tutti quelli che mi incontrano nel loro cammino. Mi capita spesso che mi venga chiesto che cosa ci sia scritto nel mio avambraccio. E allora spiego. E poi dico: “Ora tocca a te, devi esprimere un desiderio”. Mi piace tantissimo questa cosa. Perchè per un attimo, nella giornata di una persona, che magari sta andando proprio di merda, brillano gli occhi e si ritorna bambini. E allora sappiatelo gente. Io sono la stessa brava ragazza del giorno prima. Solo che ora ho uno “scarabocchio in più”, come dice la Tommy (mia madre).
Viva gli scarabocchi e la creatività! E guardiamo le persone negli occhi. E cerchiamo sempre di capire chi abbiamo davanti, a prescindere dalla presentazione. In questo noi Millennials siamo forse avantaggiati e proprio per questo tocca a noi educare chi appartiene ad un’altra generazione o non la vede come noi. E lo possiamo fare solo dando l’esempio.
Sono pienamente d’accordo con te! Purtroppo viviamo in una societá piena di pregiudizi e dobbiamo combatterli in qualche modo 😊 se ti va di passare dal mio blog, ecco il link https://chiconize.wordpress.com Mi farebbe molto piacere 😊 un saluto e a presto
Laura
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