Ho cercato per tanto tempo di trovare il mio posto nel mondo. Nel lavoro e nella vita. Ho provato e riprovato. Fatto e disfatto. Fino a che ho capito quale fosse la mia strada: far emozionare. E non pensate che sia troppo frivola, questa cosa. Non lo è. È piuttosto uno stile di vita che tende alla ricerca della verità. L’apprezzare il momento. Un tramonto. La pioggia che scende lenta. Una parola gentile. Uno sforzo sovrumano.
Ho cercato di sopprimere questa mia parte “romantica” per tanto tempo, fino a che ho capito che era la mia forza. Sono ancora capace di entusiasmarmi, anche per cose piccolissime. E spero di esserlo sempre. Di rimanere sempre un pizzico bambina. Seppur guerrigliera ninja di prima categoria, corazzata con il miglior assetto anti-guerra. Ma con un fiore tra i capelli. Una dicotomia vivente. Che spiazza. Che lascia senza parole.
E con gli alti e i bassi della vita e con le cose splendide che stanno arrivando e le brutte che per ora sono alle spalle, proseguo imperterrita in questo mio percorso.
A volte non so dove trovo la forza.
Dico sempre che dentro di me ci sono più persone che stanno lottando insieme. Per riscatto, per ambizione, per caparbietà.
La mia mamma, che è la mia grande fonte di ispirazione. E poi Marco, e per tutte le cose che non ha avuto tempo di fare. Per i sogni interrotti. I suoi. I miei. I nostri. E poi ci siete tutti voi. Che per qualche motivo continuate a stare qui. Che mi scrivete, che mi raccontate un pezzettino della vostra vita. A volte in maniera molto intima. Come del resto ho fatto e faccio sempre io.
Mi scrivete spesso che mi sentite amica. Lo sono. Vi ascolto. Ma soprattutto, vi sento. E vorrei poter fare di più. Non è mai abbastanza.
Servirebbero più ore. Più occhi, più orecchie, più cuori. Più me.
E così mi risiedo e continuo. A lavorare con gli occhi pieni di luce.
Per me. Per voi. Per lui.