Let it go

2.2

La cosa più difficile è lasciare andare.

L’avevo letto nel libro di Joan Didion, l’Anno del Pensiero Magico. Me l’aveva regalato una cara amica, Chiara. L’avevo letto tutto d’un fiato. All’epoca non l’avevo capito però, era troppo presto ancora per me.

Poi, in una di quelle notti lunghissime, senza cuore e senza risposte, l’ho ripreso in mano. Ed ho ritrovato quel passaggio che diceva che ad un certo punto bisogna lasciare i morti dove sono. E’ necessario, e giusto, lasciare andare i morti. Per poter sopravvivere. Per poter continuare a vivere.

Così ho capito che cosa è successo, cosa è cambiato per me in queste ultime settimane: ho capito che non tornerà. Ci ho messo parecchio, direte voi. Del resto io sono testarda e non mollo. Mai. E allora le ho provate tutte  a tenermelo il più vicino possibile. A cambiare, ma giusto un po’. Non troppo. Perchè cambiare troppo voleva dire ammettere, ammettere che non sarebbe tornato. E allora ho cambiato casa, ma non quartiere. Ho cambiato lavoro, ma sono finita nell’azienda dove lavorava lui. Perchè era come essere in famiglia. Ho cambiato le mie abitudini, ma non davvero. Siamo seri. Cambiare è un’altra cosa. Cambiare richiede di rimettere tutto in discussione. Richiede di fermarsi un momento a riflettere e capire. Cambiare richiede di mettere le cose in ordine e dare un senso agli avvenimenti. Di guardarsi dentro. E dentro di me c’era il caos (c’è ancora un po’ di caos, tranquilli ragazzi!!!).

Io non mi sono fermata mai invece, in questi ultimi 3 anni. Se mi fossi fermata avrai capito la verità. L’inesorabile verità. Così quando mi sono guardata allo specchio un sabato mattina e non mi sono più vista, quando mi sono sentita totalmente persa, dopo essere caduta così in fondo da non poter più scivolare in basso. Ecco allora ho capito. Che era ora. E che questo l’avrebbe voluto anche lui. Marco.

Non ho ancora capito che cosa abbia scatenato questo grandissimo cambiamento in me. Forse ho ascoltato troppe canzoni tristi. Forse le celle di Excel mi hanno dato alla testa. O forse è semplicemente ora. Ognuno ha i propri tempi, mi aveva detto Chiara.

E allora sappiatelo che sono pronta. E una donna in rinascita è inarrestabile.

Ci sarà qualcos’altro per cui varrà la pena. Quel qualcosa che mi fa partire ora.

Un po’ c’è anche da aver paura. Chissà che cosa mi invento adesso.

=)

To be continued…

 

 

 

 

 

 

 

 

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