Domenica sera a Milano. Sono le 20. Siamo in auto verso Brera.

Io seduta sul lato passeggero con le mie sneakers bianche e lo zainetto. Mi sento giovane giovane eppure così piena di vita, di accadimenti, di intensità.

Virgy guida con la sua fascetta colorata tra i capelli, lunghissimi, nerissimi. La frangetta che tende sfiziosamente verso sinistra.

Passiamo a prendere Annalisa che si fionda sul sedile posteriore con il suo cappottino rosa confetto. Sorridente. Splendida come sempre.

Tre donne pronte a far gonfiare la nostra lingua da quante cose abbiamo da raccontare. So già che non ci sarà una pausa. Useremo tutto il tempo che abbiamo. Ridendo di gusto. Ragionando con profondità.

Parte Virgy. Il Master va bene. Famiglia ok. Stanno tutti bene. Lei sta bene. Amore ok. Annalisa uguale. A breve arriva il fidanzato a trovarla. Pasqua tutti insieme. Tocca a me. In giro a promuovere per l’Italia il mio libro. Tutti stanno bene. Io anche. Qualche ruga in più, ma a tutto c’è rimedio.

Ordiniamo le cotolette alla milanese. Quelle di Anche, ormai una tradizione per le mie trasferte milanesi. Con le scaglie di pistacchi e mandorle. No vabbè! Spettacolo.

Arriva il momento del dessert: cannoli al pistacchio e cioccolato. Voglio morire! La cremina ha la consistenza per-fet-ta: densa e golosa da morire. Ci lecchiamo le dita. Letteralmente.

Arriva il caffè.

Io le guardo entrambe, giovani, bellissime, piene di idee, di energia. Di vita. Un po’ emozionata dico: “ma vi rendete conto che in questo esatto momento stiamo vivendo un istante di felicità?”

“Va tutto bene”.

Non c’è nessun (grande) problema.

Ci siamo solo noi e le nostre storie. Tre donne sedute ad un tavolo che si raccontano. Che si confrontano.

Bisogna saperli riconoscere, questi momenti. E saperli apprezzare per quello che sono: istanti di felicità semplice.