E poi capita che un pomeriggio di gennaio ti vengano servite le moeche fritte, le sarde in saor, ed il baccalà mantecato (n.d.r. tutti piatti tradizionali veneti). Solo che non si è in Laguna a Venezia, ma a Manhattan.
La Chef che ha preparato i piatti è una splendida donna veneziana D.O.C. che da anni gestisce e cucina con grande passione nel suo ristorante stellato Michelin Da Fiore, a San Polo, nel cuore di Venezia. Stiamo parlando di Mara Zanetti Martin.
Inizio a parlare con lei e faccio fatica a smettere. Ho così tante domande per questa donna di grande esperienza eppure cosi giovane, fuori e dentro. Una donna dal sorriso gentile e deciso, che tiene le mani incrociate dietro la schiena, un pò come fanno i militari.
Parla con passione Mara, del suo lavoro, della sua vita. Di Venezia. Mi spiega l’importanza dell’utilizzo dei cinque sensi in cucina. Di uno su tutti, e non è la vista, come penso io istintivamente. Mi dice che fa più buio il non sentire, che il non vedere. È l’udito, il senso per lei più importante. Da piccola accompagnava ovunque la nonna cieca, così ha imparato a sentire, ancor prima che vedere.
E allora me la immagino muoversi costantemente nel suo regno, nella sua cucina, guidata proprio dai rumori. Percepire da lontano se la frittura è pronta. Se lo stufato ha bisogno di qualche minuto in più. Se la carne va girata oppure no.
I cuochi sono un pò artisti, si sa. Creano opere d’arte impattate alla perfezione. Tutto deve avere senso. Composizione, gusto, tempi. È un mondo molto affascinante, e duro allo stesso tempo, quello della cucina.
Finisce la giornata con la sottoscritta che corre al prossimo appuntamento e perde cosi i galani, ovvero le chiacchiere, come le chiama il resto d’Italia. Ma tanto tra poche settimane sono di nuovo in Italia e da Mara ci passo di persona… =)