Come sapete sto cercando di capire se rimanere a New York o partire per nuove mete. Should I stay or should I go, come dicono i Clash. In questi mesi mi sono confrontata con le mie amiche/amici in Italia e all’estero (Zurigo, Londra, Barcellona, Parigi, Hong Kong) e con gli amici qui e sono arrivata ad una sola conclusione (che conclusione non e’): la scelta e’ solo mia e deve essere basata su quelle che sono le mie prerogative, i miei obiettivi, e la famosa scala di valori. Cosa metto al primo posto? Famiglia, lavoro, carriera, figli? E alla fine, gira che ti rigira, nonostante tutti i calcoli precisissimi, sara’ una scelta di pancia. Lo so. E sono anche convinta che sarò io a decidere solo in parte. Il destino lo farà per me. Io dovrò solo tenerlo d’occhio.
Nell’intendo di fare chiarezza e confrontarmi un po’ con voi, ho buttato giù una lista contenente le 10 ragioni semiserie a favore del rimanere:
- CRESCITA PROFESSIONALE: sono convinta che si cresca professionalmente molto più velocemente negli Stati Uniti rispetto all’Italia e al resto del mondo. A dir la verità non e’ nemmeno una questione di velocità, ma di possibilità. Qui a chi ha voglia di fare viene data una chance: di rimettersi in gioco, di specializzarsi, di imparare di più, anche di sperimentare a mio parere;
- I WEEK-END LUNGHI: come farei senza il Memorial Day e la capatina agli Hamptons? E senza i fuochi del 4 di luglio? E senza Labor Day a segnare la fine dell’estate?
- CRESCITA PERSONALE: la varietà di incontri di una città come New York e l’offerta di attività culturali (e non) fa si che non si smetta mai di crescere come persone, si e’ sempre in evoluzione;
- THANKSGIVING/IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO: mangiare il tacchino con l’uvetta per il Thanksgiving e la gelatina di non ho mai ben capito cosa (cranberries?) e’ diventata per me una tradizione. Thanksgiving e’ come un secondo Natale. Ogni anno prendo il treno da Grand Central e vado in Connecticut (n.d.r. la “t” centrale non si pronuncia!!!) dove mangio cose improbabili in ottima compagnia e mi sento ogni anno più americana anche io!
- SONO UNA DONNA: e’ più semplice emergere qui ragazzi. Punto. Specialmente considerata la mia eta’. Una cara amica mi ha detto una volta, dopo che le avevo chiesto cosa avrebbe fatto lei nella mia situazione: “Anna, renditi conto che la prima cosa che ti chiederanno e’: quanti anni hai, se sei sposata, e se vuoi dei figli”. Era una domenica d’inverno, su Skype. La mia risposta e’ stata: “ma questo e’ inaccettabile!”. E la mia amica si e’ messa a ridere di cuore. E si perché per me e’ davvero inaccettabile. Qui nessuno mi giudica in base alla mia eta’, solo in base alle mie capacita’ e alla voglia di fare e mettermi in gioco. Nel CV non si mette ne la data di nascita, ne la foto. Tanto meno il sesso e lo stato civile. Ci mancherebbe! E’ totalmente discriminante.
- GLI OSCAR: si attendono tutti l’anno. Un po’ come San Remo da noi ha ha ha. Ok dai e’ un po’ diverso 🙂 Come faro’ senza i commenti pre/durante/post Oscar sugli outfit dei VIPs?
- CARAIBI: posso andare ai Caraibi come da noi si va per un week-end a Londra. Momento di silenzio per questo punto. Non e’ male dai.
- CIBO: parliamone. Si fa molta fatica a trovare ingredienti genuini, di qualità. Si possono però provare cucine da tutto il mondo. Ora, se non ci si fa caso, amen. Ma come potrei stare senza sushi, thai, mandu, gli street cart con gli hot dog, starbucks e… la pizza di Ribalta (non me ne voglia nessuno, ma rimane la pizza per me più buona al mondo!!!).
- NUOVI TREND: tutto nasce qui a New York. E’ il centro del mondo. Per una come me che e’ super curiosa e sempre attenta ad ogni dettaglio, e’ una pacchia. Giro per la città con gli occhi spalancati. Se vedo qualcosa di curioso, nuovo, o semplicemente interessante mi fermo e chiedo da dove viene. Come posso fare ad averlo eccetera, eccetera, eccetera…
- INFINITA’ DI OPZIONI: si può fare letteralmente qualsiasi cosa in questa città. Corsi di ogni tipo, attività di ogni tipo. E se non si fa niente, si può stare a casa e pensare a cosa si farà nei prossimi giorni.