In una fredda e piovosa domenica pomeriggio a New York, non c’era nulla di meglio da fare che farsi un giretto per musei.
Uno di quelli che mi attraeva più di tutti era il Metropolitan Museum of Art, detto anche il “MET”, uno dei più grandi ed importanti musei degli Stati Uniti, situato sulla Quinta Strada.
Oltre all’esposizione permanente che vanta più di due milioni di opere, il MET ospita anche durante il corso dell’anno una serie di esibizioni. Quella attuale che tanto mi interessava si chiamava “Heavinly Bodies”, una mostra interamente dedicata all’abbigliamento ispirato alla Chiesa Cattolica. In poche parole, si trattava di una raccolta di abiti d’alta moda e oggetti preziosi mai usciti prima d’ora dalla Sacrestia della Cappella Sistina, ora invece esposti al MET di New York.
Dopo essermi un po’ informata sulla mostra in questione, ho deciso di andare a visitarla con alcune amiche proprio ieri pomeriggio. Ero ignara che fosse così meravigliosa e affascinante.
L’esibizione mostrava come l’immaginazione cattolica abbia ispirato la creatività di alcuni tra i fashion designer più famosi e importanti al mondo, tra cui Versace, Dolce e Gabbana, Valentino, Dior, Lacroix, Yves Saint Laurent, solamente per citarne alcuni. Gli abiti erano sensazionali e vederli esposti di fronte a me in un’atmosfera così unica era davvero commovente! Per non parlare di uno tra i più belli, l’abito rosso firmato Valentino che illuminava tutta la sala con il suo lungo strascico.
C’erano migliaia di visitatori da ogni parte del mondo che come me venivano per esplorare i confini tra sacro e profano, tra moda e cattolicesimo. Trovo sia estremamente interessante come questo museo, già pieno di opere inestimabili, abbia deciso di aggiungere una mostra altrettanto preziosa al suo interno, peraltro vicino all’ala dedicata al rinascimento italiano. È un’idea unica e originale per avvicinare la gente ai musei e per far capire che l’arte non è cosa polverosa, monotona e per pochi, ma può essere elettrizzante e coinvolgente.
Ritornerò a visitarla prima dell’8 ottobre, giorno in cui la mostra verrà chiusa al pubblico, e di certo la prossima volta sarò più preparata di fronte a tanta bellezza disarmante!